Servizi per il lavoro a rischio

La Regione sostiene di non trovare le risorse per prorogare gli appalti dei servizi con 78 milioni di residui del Fondo Sociale Europeo 2007-2013 come ha rilevato la Corte dei Conti nel giudizio di parifica del bilancio regionale.

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#19 tema del giorno: politiche per gli over 65

anzianiLa Liguria è la regione con la più alta percentuale di anziani. Gli ultrasessantacinquenni sono più di 400 mila su una popolazione di circa 1 milione e mezzo. In questo contesto le politiche sociali rivolte a questa fascia di età devono essere considerate una priorità e devono essere finalizzate alla promozione di un invecchiamento attivo e al sostegno delle persone che si trovano in una situazione di fragilità sociale o addirittura di non autosufficienza.

Occorre favorire iniziative e percorsi che consentano di mettere in risalto il valore dell’esperienza, come fonte preziosa di informazioni per la collettività. L’esperienza aiuta a vedere le cose più chiaramente e non rappresenta un ostacolo all’innovazione ma un aiuto a realizzarla meglio.

Non sono sprecate quindi le risorse per concedere agli anziani l’opportunità di condividere i loro saperi, le loro passioni, le loro ansie per il tempo che gli resta.

Oltre agli interventi di carattere socio-sanitario non bisogna trascurare gli aspetti legati alla qualità della vita. Una bocciofila, un’associazione culturale, anche solo una panchina per guardare il tramonto possono rappresentare un piccolo segno di attenzione per la generazione che con tanti sacrifici ci ha consegnato un Paese libero e che con tanti sacrifici regge spesso il peso economico e sociale di famiglie in difficoltà.

#12 tema del giorno: micro e piccole imprese

micro e piccole impreseLe micro e piccole imprese costituiscono l’ossatura del sistema produttivo della Liguria. Le politiche di sostegno di queste realtà rappresentano uno dei capitoli del mio programma elettorale. Per questo ho da subito aderito all’invito di Confartigianato a sottoscrivere un impegno formale volto al perseguimento di priorità, obiettivi e azioni che favoriscano lo sviluppo dell’artigianato e delle microimprese liguri.

Si tratta di priorità riguardanti: trasparenza e burocrazia – fisco, incentivi, credito e pagamenti – promozione, sviluppo, cultura e programmazione – istruzione, formazione e lavoro – infrastrutture, ambiente, trasporti ed energia – benessere sociale.

Su questi temi la Regione deve porre in atto delle politiche che favoriscano azioni concrete per lo sviluppo del territorio e, di riflesso, anche l’attività delle imprese che ne rappresentano il principale tessuto produttivo.

Tra le diverse proposte indicate mi piace sottolineare quella relativa all’istituzionalizzazione della pratica dell’autocontrollo ambientale. Si tratta di mettere a regime un progetto già sperimentato con successo dalla Regione sul comparto delle carrozzerie che ora si può opportunamente estendere a tutti i settori maggiormente interessati al rispetto delle norme in campo ambientale, come da me sollecitato attraverso un’interrogazione presentata lo scorso anno.
Per una materia così complessa, è di fondamentale importanza la prevenzione, semplificando la vita ai piccoli imprenditori e artigiani, a tutto vantaggio di una più efficace tutela dell’ambiente e della sicurezza.

Più in generale, la Regione deve sempre di più tendere alla semplificazione delle procedure e dei controlli che devono essere efficaci ma non vessatori, e all’adozione di comportamenti finalizzati ad un miglioramento dei rapporti tra impresa e pubblica amministrazione.

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#11 tema del giorno: le strade

stradaDopo droga e alcool, la cattiva manutenzione delle strade rappresenta una delle cause principali degli incidenti che si registrano sulle strade italiane.
Malgrado ciò gli interventi sulle strade hanno subito una netta riduzione degli investimenti. Basti pensare che il consumo di asfalto è passato da 44 milioni di tonnellate nel 2006 a 22,3 milioni di tonnellate nel 2014.
Dato confermato dalle statistiche ministeriali secondo cui il costo annuale di gestione di una strada è passato negli ultimi anni da 100.000 euro a 3.000 euro a chilometro, dei quali 1.500 vengono spesi per coprire i costi per lo sgombero neve e lo spargimento del sale, con la conseguenza che quasi nulla rimane per la manutenzione vera e propria.
Per quanto riguarda il territorio della provincia di Genova, ci sono più di mille chilometri di strade provinciali, di cui più della metà in condizioni di grave criticità, anche a seguito degli ultimi eventi alluvionali. Dati analoghi, se non peggiori, si riscontrano nelle altre province liguri.
Ho sollevato questo tema in Consiglio regionale all’inizio dello scorso anno con una mozione approvata all’unanimità che sollecitava l’inserimento nella programmazione del Fondo per lo Sviluppo e Coesione 2014-2020, di misure idonee ad attivare nuovi finanziamenti destinati alla rete viaria locale ligure, al fine di superare le difficoltà connesse alle esigenze di mobilità e di sicurezza di cittadini e imprese.
Anche a livello parlamentare si sta prendendo coscienza della gravità del problema, come dimostra una risoluzione recentemente approvata che impegna il Governo ad attribuire carattere prioritario allo stanziamento di risorse per la manutenzione ordinaria e straordinaria della rete stradale.
La presenza del Giro d’Italia in Liguria, con un percorso che tocca anche località dell’entroterra, è un’occasione per sottolineare una volta di più l’importanza di poter contare su una viabilità locale in efficienza, anche dal punto di vista della promozione turistica del territorio.

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#10 tema del giorno: la riduzione della spesa pubblica

IMG_4246La riduzione della spesa pubblica rimane una delle priorità del nostro Paese. Le manovre finanziarie che si sono succedute negli ultimi anni hanno progressivamente e drasticamente ridotto le risorse a disposizione delle regioni e degli enti locali. Ma un conto è perseguire giusti obiettivi di contenimento della spesa, altra cosa è privare i comuni delle risorse per far fronte ai crescenti bisogni dei propri cittadini.

Condivido pertanto la protesta sollevata dall’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) soprattutto in riferimento ai piccoli comuni, realtà che conosco molto bene essendomene occupato per diversi anni come amministratore locale e come responsabile dei piccoli comuni di Anci Liguria.

Il taglio alle risorse dei comuni è diventato intollerabile non solo per le ricadute dirette sui bilanci comunali, ma anche perché esse si inseriscono in un quadro complessivo della finanza locale che è già stato fortemente compromesso a seguito delle manovre sulle Province – alle quali sono state addirittura sottratte consistenti quote di loro tributi – e sulle regioni, con il taglio ai fondi della sanità, del sociale e dei trasporti.

A peggiorare la situazione della Liguria contribuiscono le conseguenze degli eventi alluvionali dello sorso anno, che hanno colpito vaste aree del territorio regionale. Su questo punto i comuni liguri stanno ancora aspettando che il Governo rispetti gli impegni che si era assunto nei giorni immediatamente successivi agli eventi.

Per questo motivo l’attenzione che ho sempre posto rispetto a questi problemi mi vedrà ancora in prima linea, convinto come sono che il presidio del territorio costituisce la prima e fondamentale condizione per prevenire alluvioni e dissesti, che solo la presenza dei comuni montani può garantire. Comuni che devono però essere messi in grado di far fronte ai servizi fondamentali per le popolazioni amministrate con l’assegnazione di sufficienti risorse finanziarie.

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#5 tema del giorno: uffici postali in Liguria

Ufficio postale entroterra Liguria
Ci risiamo con l’ennesimo tentativo di Poste Italiane di ridimensionare la propria presenza sul territorio regionale, a cominciare dai piccoli Comuni dell’entroterra dove gli uffici postali rappresentano un prezioso presidio di carattere sociale, il cui venir meno porta ad un oggettivo impoverimento del tessuto socio-economico.

Il recente piano di razionalizzazione per la Liguria ha sollevato le legittime proteste dei sindaci e dell’ANCI che da anni cercano di arginare politiche aziendali che guardano unicamente all’aspetto economico, senza tener conto delle esigenze degli utenti, in particolare delle zone rurali e più a rischio di spopolamento, come peraltro richiede la normativa comunitaria e statale.

Negli ultimi anni il tema è stato portato più volte all’attenzione del Consiglio regionale, anche a seguito di mie ripetute iniziative, costringendo Poste Italiane ad aprire tavoli di confronto e a correggere le proprie posizioni.

I fatti di questi giorni ci dicono però che siamo di fronte ad un interlocutore recidivo e poco sensibile, che va continuamente incalzato su scala locale e regionale.

Occorre uscire dalla logica ricorrente dell’emergenza, non limitandosi a contrastare la chiusura di uffici e le riduzioni di orario degli sportelli, ma cercando di garantire stabilità e sostenibilità economica al servizio in chiave di multifunzionalità.

Su questo tema la nuova Giunta regionale dovrà cercare di aprire al più presto un nuovo capitolo nei rapporti con Poste Italiane, pretendendo quella trasparenza e chiarezza di atti e comportamenti che finora sono mancate.

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